Scuola, allarme Ocse: un 15enne su quattro è carente in lettura

Gli studenti del Nord e del Centro dimostrano di saper risolvere compiti complessi più dei loro coetanei del Mezzogiorno. Nel Sud molti alunni non raggiungono il livello minimo di competenza

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Uno studente su quattro ha difficoltà con gli “aspetti di base” della lettura, come, ad esempio, identificare l’idea principale di un testo di media lunghezza o collegare informazioni provenienti da fonti diverse. Un gap in linea con la media Ocse. L’altra faccia della medaglia sono gli studenti “top performer”: ebbene qui le differenze ci sono, eccome. In Italia uno studente su 20 padroneggia compiti di lettura complessi, come ad esempio, distinguere tra fatti e opinioni quando leggono di un argomento non familiare. La media Ocse è invece di uno su 10.

In genere, gli studenti del Nord e del Centro dimostrano di saper risolvere compiti complessi più dei lor o coetanei del Mezzogiorno. Nel Sud, poi, molti alunni non raggiungono il livello minimo di competenza (low performer).

Lo studio
L’indagine Ocse-Pisa 2018 su più di 11mila studenti in Italia (nel mondo lo studio ha interessato circa 600mila 15enni di tutti e 79 i Paesi partecipanti) conferma una fotografia con più ombre che luci sulla scuola italiana. Il focus di questa edizione (l’indagine Ocse-Pisa esce dal 2000 a cadenza triennale) è sulla literacy in lettura, definita in Pisa come “la capacità degli studenti di comprendere, utilizzare, valutare, riflettere e impegnarsi con i testi per raggiungere i propri obiettivi, sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità e partecipare alla società”. I due focus minori hanno interessato la literacy matematica (capacità di formulare, impiegare e interpretare la matematica in una varietà di contesti per descrivere, spiegare e prevedere i fenomeni) e la literacy scientifica (capacità di impegnarsi in un discorso ragionato sulla scienza e sulla tecnologia, valutare e progettare indagini scientifiche e interpretare i dati e le prove in modo scientifico).

In lettura 11 punti sotto la media Ocse
Entrando nel dettaglio, gli studenti italiani ottengono un punteggio di 476, inferiore alla media Ocse (487), di 11 punti. Il punteggio dell’Italia non si differenzia da quello di Svizzera, Lettonia, Ungheria, Lituania, Islanda e Israele. Le province cinesi di Beijing (Pechino), Shanghai, Jiangsu, Zhejiang (B. S. J. Z.) e Singapore ottengono un punteggio medio superiore a quello di tutti i paesi che hanno partecipato a Pisa.

Si amplia il divario Nord-Sud
A livello italiano, poi, si conferma il divario, molto ampio, tra Nord-Sud: gli studenti delle aree del Nord ottengono i risultati migliori (Nord Ovest 498 e Nord Est 501 – addirittura sopra la media Ocse), mentre i loro coetanei delle aree del Sud sono quelli che presentano le maggiori difficoltà (Sud 453 e Sud Isole 439). I quindicenni del Centro conseguono un punteggio medio di 484.

Meglio i liceali, male i ragazzi dell’istruzione professionale

Lo studio conferma anche le differenze fra tipologie di scuola frequentate dagli studenti: i ragazzi dei licei ottengono i risultati migliori (521), seguono quelli degli istituti tecnici (458) e, infine, quelli degli istituti professionali (395) e della formazione professionale (404). Guardando alle competenze, la fotografia non cambia: nei licei il 9% di studenti raggiungono livelli elevati in Pisa (top performer) e al contempo solo l’8% non raggiunge il livello minimo (low performer). Negli istituti professionali e nei centri della formazione professionale invece il 50% di studenti non raggiunge il livello minimo di competenza.

Differenze di genere
Le studentesse italiane ottengono 25 punti in più dei colleghi maschi. Nel Nord Est e nel Sud Isole i punti di differenza sono perfino superiori. Rispetto al 2015 (indagine precedente) gli studenti italiani restano sostanzialmente stabili: il rendimento in lettura è diminuito soprattutto tra le ragazze ed è rimasto stabile tra i ragazzi. In scienze il rendimento è sceso soprattutto tra i ragazzi più bravi, in misura analoga per maschi e femmine.

Meglio in matematica che in scienze
Passando a matematica e scienze, emerge come i 15enni italiani, in matematica, ottengono un risultato medio in linea con la media Ocse (487 contro 489). In scienze, invece, si passa a un risultato medio molto inferiore (468 contro 489). Sia in matematica sia in scienze un livello di competenza (circa 70 punti) separa gli studenti del Nord da quelli del Sud. Anche in matematica e scienze uno studente su quattro non raggiunge il livello base di competenze. In matematica sono low performer circa il 15% di studenti del Nord, oltre il 30% del Sud. In scienze sono low performer il 15-20% di studenti del Nord, oltre il 35% del Sud. I risultati in matematica sono migliorati nel 2009, poi sono rimasti stabili. In scienze invece tra il 2006 e il 2018 i risultati italiani sono peggiorati. In matematica i ragazzi ottengono un punteggio superiore alle ragazze di 16 punti e questa differenza è più del doppio della media Ocse. In scienze le ragazze hanno ottenuto risultati leggermente superiori (due punti in più).

L’ascensore sociale si è bloccato
Un’ultima considerazione sull’equità del sistema italiano. Gli studenti con alto livello di rendimento che si aspettano di conseguire un titolo di studio superiore al diploma sono 9 su 10 di quelli che provengono da realtà socio-economiche avvantaggiate; mentre solo 6 su 10 da realtà svantaggiate. E ancora: uno studente su quattro maschio e solo una studentessa su otto con i risultati migliori in matematica o scienze prevedono di lavorare come ingegnere o come professionista nelle scienze all’età di 30 anni.

FONTE: Il sole 24 ore