Maturità 2022, per imparare a scrivere è meglio il tema o un’email di lavoro?
I ragazzi vivono i temi in classe come un esercizio noioso e obsoleto. Per tornare a motivarli a scrivere l’insegnante di italiano può sfruttare l’alternanza-scuola per dare loro dei «compiti di realtà» come una email, un dépliant, la relazione di un incontro.
A giugno, migliaia di maturandi dovranno dimostrare di aver acquisito una competenza che in inglese si chiamerebbe «lifelong skill», ovvero una abilità che serve nel corso dell’intera vita di un individuo. L’agone tradizionale per eccellenza è il tema, che è stato ribattezzato elaborato scritto : gli studenti dovranno usare la lingua italiana nel codice scritto per esprimere quello che pensano. Impresa non facile, perché le tracce fornite a scuola oppure dal Ministero risentono di una sorta di colpa intrinseca, cioè di essere, in un certo senso, artefatte, ovvero avulse da un contesto contingente e prive di un destinatario preciso, quasi senza scopo pratico. Per ovviare a questo genere di scrittura considerabile, un po’ grossolanamente, come un exemplum fictum, che parte insomma da tracce e titoli inventati da docenti e funzionari ministeriali, andrebbe valorizzata pienamente la potenzialità di occasioni reali offerte dall’alternanza scuola-lavoro, ora chiamata, pomposamente, «percorsi per le competenze traversali e per l’orientamento» (PCTO).
Il PCTO è una modalità didattica innovativa che, facendo tesoro dell’esperienza pratica in un contesto che è al di fuori della scuola, aiuta il giovane adolescente a consolidare le conoscenze acquisite proprio a scuola e a mettersi alla prova, esplorando, sul campo e nella vita reale, attitudini e pulsioni personali: scoperta invero preziosa per chi sta diventando adulto. Varie sono dunque le possibilità offerte dal PCTO: dipende dalla scuola e ogni studente è un caso a sé. Ma ciò che accomuna questo variegato mondo è la possibilità di mettere in campo la scrittura proprio come «lifelong skill». Scrivere durante l’esperienza del PCTO può essere altamente motivante, perché è la realtà stessa che impone la scelta della tipologia di testo, il registro linguistico, la struttura formale, l’andamento espositivo, insomma lo stile. Una mail, un testo per un dépliant, la descrizione di una esperienza, la relazione di un incontro e così via: sono tutti esempi di quelli che in base agli orientamenti della didattica più innovativa si chiamano «compiti di realtà». Un modo per «motivare» alla scrittura i nostri studenti, senza che si abituino a ripetere il trito-ritrito-rito del «copia-incolla» da Internet: nel contesto del PCTO, il docente di italiano può favorire e promuovere occasioni dove la scrittura sia uno strumento per un fine e non un esercizio percepito come noioso, obsoleto e stancante.
Come ci ricorda il grande linguista Tullio De Mauro, l’analfabeta funzionale è un individuo – in età scolare e non – che non ha le competenze necessarie per assimilare ed elaborare le informazioni provenienti da un testo appena letto e non è in grado di elaborare delle deduzioni proprie sullo stesso, in particolare nelle necessità della vita quotidiana. Il quadro, che si delinea nelle aule scolastiche, di assoluta povertà lessicale e difficoltà di ragionamento da parte dei nostri studenti enfatizza, certamente, l’inadeguatezza di questa competenza. Attraverso una didattica esplicita, permanente, graduata e inclusiva della scrittura possiamo finalmente rimetterli in careggiata, favorendo compiti di realtà durante le attività di alternanza scuola-lavoro. Si impara scrivendo, e leggendo, ma scrivendo con motivazione personale.
FONTE:CORRIERE DELLA SERA