«Cari genitori, ascoltate i vostri figli prima di scegliere il liceo». La lettera di Valditara alle famiglie
In attesa di una piattaforma con tutti i dati sugli sbocchi professionali e universitari, il ministro dell’Istruzione scrive ai genitori degli studenti di terza media, allegando le tabelle sull’occupazione
Cari Genitori,
è stata diffusa in questi giorni la circolare per le iscrizioni dell’anno scolastico 2023/2024. Le domande potranno
essere presentate dal 9 al 30 gennaio 2023. Desidero perciò condividere con Voi alcune riflessioni per
accompagnare la prossima scelta degli studi, da parte delle Vostre figlie e dei Vostri figli, dopo la scuola
secondaria di primo grado.
Sono infatti convinto che sia fondamentale, tutti insieme, sostenere le nostre ragazze e i nostri ragazzi in questa
decisione, consapevoli dell’impatto del percorso scolastico e formativo sul loro progetto di vita personale e
professionale. In tal senso, occorre prima di tutto riconoscere e valorizzare le loro passioni, le loro predisposizioni
e i loro desideri, sicuri che ogni giovane porti in sé abilità e attitudini.
Il dovere allo stesso tempo più delicato e importante della scuola e della famiglia è proprio questo: ascoltare con
pazienza, intelligenza e profondità i ragazzi per scoprire i loro talenti; aiutarli a decidere non sulla base di semplici
emozioni, del sentito dire di amici e adulti, bensì sulla base di conoscenze concrete raffrontate con la matura
consapevolezza delle proprie abilità e potenzialità.
Il nostro compito è star loro vicini, rispondendo, chiarendo, informando e, soprattutto, facendo loro toccare con
competenza critica i vantaggi e gli svantaggi che provengono da qualsiasi scelta.
Allo stesso modo, la scuola, attraverso i docenti, ha la responsabilità di accompagnare la decisione di ciascuno al
fine di realizzare al meglio i talenti di ognuno.
Il Ministero con la sua “Scuola in chiaro” (https://cercalatuascuola.istruzione.it) mette già a vostra disposizione
dati che possono essere utili per una scelta consapevole. Stiamo lavorando, inoltre, anche a una specifica
Piattaforma per l’orientamento che sarà riservata a questo compito strategico. Per adesso, senza alcuna pretesa
di esaustività, mi permetto di allegare alcune statistiche relative alle prospettive occupazionali dei diplomati,
ovvero al rapporto tra percorsi formativi e occupabilità, e alle principali tendenze del mercato del lavoro.
Sono certo che, come sempre, saprete accompagnare nella decisione le Vostre figlie e i Vostri figli, favorendo la
loro crescita personale, civile, culturale e professionale.
Nello spirito di una “grande alleanza” auguro perciò a tutte le studentesse e a tutti gli studenti, con l’aiuto di Voi
genitori e il supporto dei docenti che li hanno seguiti in questi anni, di fare le scelte più conformi ai loro sogni, ai
loro talenti e ai loro progetti di vita.
Ministero dell’istruzione e del merito
Nota descrittiva
Gli esiti occupazionali e i percorsi di studio universitari dei diplomati
A cura della Direzione generale per i sistemi informativi e la statistica
In questo allegato forniamo alcune informazioni nell’ottica di aiutare gli studenti e le loro famiglie
a scegliere con maggiore consapevolezza il percorso di studio secondario superiore.
La tavola 1 mostra gli esiti lavorativi e i percorsi di studio universitari dei diplomati a seconda
della tipologia di scuola secondaria superiore frequentata. In particolare, oggi vediamo che, a due
anni dal diploma, dopo il liceo ha ottenuto un contratto di lavoro il 25% dei ragazzi, dopo l’istituto
tecnico il 49%, dopo l’istituto professionale il 60%. In sintesi, sul totale dei diplomati, il 38% ha un
contratto di lavoro appunto a due anni di distanza. Inoltre, si evidenzia che la maggior parte dei
diplomati provenienti dal liceo continua con gli studi universitari.
La tavola 1.1 mostra il dettaglio regionale, per ciascuna delle regioni italiane. Ogni regione italiana
ha la sua tavola specifica per questa informazione.
La tavola 2 mostra che su 10 ragazzi iscritti all’università, 7 hanno frequentato il liceo, 2 l’istituto
tecnico e 1 quello professionale. In particolare, si evidenziano quali sono le scelte universitarie
fatte con maggiore frequenza dai diplomati (per esempio, per chi ha frequentato il liceo, gli
indirizzi scientifici, ingegneristici ed economici).
La tavola 2.1 riporta le stesse informazioni (scelte universitarie), per ciascuna delle regioni
italiane. Ogni regione italiana ha la sua tavola specifica anche per questa informazione.
La tavola 3 fornisce indicazioni su che cosa chiede in prospettiva il mondo del lavoro. Per esempio,
nei prossimi anni, sarà forte la richiesta di dirigenti, professionisti con elevata specializzazione e
tecnici. I settori professionali che, in generale, avranno maggiore sviluppo sono il commercio e il
turismo, la finanza e la consulenza, la salute, la formazione e la cultura, le costruzioni e le
infrastrutture.
Come per le altre due tavole, la tavola 3.1 riporta le stesse informazioni per il prossimo trimestre
(esigenze del mondo del lavoro) per ciascuna delle regioni italiane, e ogni regione italiana ha la
sua tavola specifica anche per questa informazione.
Ministero dell’istruzione e del merito
Il mercato del lavoro
Per quanto riguarda il mercato del lavoro italiano, nel 2022 sono stati siglati, in tutto, quasi due
milioni e mezzo di contratti (2.495.050). Il 4,5% circa ha riguardato persone con un diploma di
liceo, il 55% con un diploma di istituto tecnico, il 40,5% con una qualifica o un diploma
professionale. Per esempio, la più grande regione italiana per popolazione, la Lombardia, nel 2022
ha assorbito quasi 22.000 diplomati di liceo, quasi 270.000 diplomati di istituti tecnici, e quasi
188.000 diplomati o qualificati professionali (fonte: Unioncamere).
A dare infine un quadro orientativo sui fabbisogni del mercato del lavoro in termini di competenze
professionali è l’Osservatorio DataLab di Assolavoro che, nell’ultimo rapporto (del 2022), indica
quali sono i 30 profili più richiesti dalle aziende, sull’intero territorio italiano. Profili che sono i
seguenti:
analisti di dati, sviluppatori software, esperti di intelligenza artificiale, tecnici energetici, tecnici
dell’edilizia e geometri di cantiere, architetti e ingegneri, addetti e responsabili contabili, creatori di
contenuti per social media, tecnici elettromeccanici e meccatronici, progettisti di impianti elettrici,
addetti al controllo qualità, agenti commerciali e immobiliari, esperti di commercio elettronico, addetti
all’assistenza clienti, addetti di call center e receptionist, elettricisti industriali e civili, operai specializzati
in macchine a controllo numerico, saldatori, operatori taglio laser, manutentori termoidraulici, montatori
meccanici, operai edili specializzati, operai addetti al confezionamento, responsabili magazzino,
carrellisti con patentino.
In definitiva, c’è una grande richiesta di figure con competenze tecniche: alcune provenienti da un
istituto professionale (per esempio, manutentori termoidraulici), altre da un istituto tecnico (per
esempio, tecnici meccatronici, geometri di cantiere), altre ancora con formazione universitaria
(architetti, ingegneri), compresi i diplomati degli Istituti Tecnici Superiori (ITS). Sono molto
richieste le nuove professioni dell’ambito digitale e informatico, ma è ancora alta la domanda di
tecnici, progettisti, geometri, come anche molto richiesti sono tuttora gli operai specializzati.
Cresce la richiesta di competenze tecniche
A conferma di questo scenario, il Sistema Informativo Excelsior (Unioncamere e ANPAL) attesta
che, nel 2021, per il 36,4% delle assunzioni di cui avevano bisogno, le imprese hanno dichiarato
difficoltà di reperimento. Tale quota sale al 37,7% per le professioni intellettuali e scientifiche, al
41,4% per le professioni tecniche, al 48,4% per i dirigenti e al 51,6% per gli operai specializzati. Le
figure di più difficile reperimento sono risultate essere fabbri ferrai, artigiani e operai specializzati
Ministero dell’istruzione e del merito
del tessile e dell’abbigliamento (65,5%), costruttori di utensili e assimilati (65,8%), fonditori,
saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (66,2%).
Sono risultati difficili da reperire anche gli ingegneri in generale (47,8%), i tecnici della gestione dei
processi produttivi di beni e servizi (57,1%) così come gli specialisti in scienze matematiche,
informatiche, chimiche, fisiche e naturali (57,2%), i tecnici della distribuzione commerciale (58,7%)
e quelli informatici, telematici e delle telecomunicazioni (59,2%).
Per i laureati nei vari indirizzi di ingegneria e per quelli nelle discipline medico-sanitarie, circa la
metà delle assunzioni previste dalle imprese sono state difficili da realizzare; una quota del 48,3%
riguarda i laureati e i diplomati ITS negli indirizzi di meccanica, meccatronica ed energia;
sussistono difficoltà anche a reperire personale qualificato negli indirizzi edile e meccanico (53,6%
per entrambi)
Il valore dell’istruzione tecnica
Non è un segreto che il ministro ritenga che proprio sugli istituti tecnici – per i quali è richiesto dal Pnrr il completamento della riforma entro il 31 dicembre di quest’anno – siano una grande opportunità per gli studenti. specie ora che la filiera può continuare con i percorsi degli Its. E per questo riporta i dati di Unioncamere che spiegano di aver trovato nel 2021 soltanto i profili adeguati per due lavori su tre: mancano sopratutto «fabbri ferrai, artigiani e operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento, costruttori di utensili fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatoti di carpenteria metallica». I dati sono ovviamente riferiti al periodo 2022-2026, durante il quale gli studenti sono ancora a scuola, ma danno l’idea alle famiglie di come si muove il mercato del lavoro.
FONTE: CORRIERE DELLA SERA