Doppia laurea, arriva il via libera: ci si potrà iscrivere a due facoltà

La legge approvata in via definitiva al Senato elimina il divieto introdotto da una legge del 1933. L’adozione forse già dal prossimo anno accademico. La ministra Messa: «Un grande risultato che he consente al nostro Paese di fare un passo in avanti»

Iscriversi a due corsi di laurea contemporaneamente, in modo da non dover rinunciare ad un talento o a una passione: è di nuovo possibile, grazie all’abolizione del divieto, introdotto nel 1933. L’aula del Senato ha approvato, in via definitiva, il disegno di legge che introduce la possibilità di iscrizione contemporanea a due diversi corsi di laurea. Il provvedimento ha avuto 178 voti favorevoli, 5 contrari e 4 astensioni. «Un grande risultato che consente al nostro Paese di fare un passo in avanti nella formazione universitaria, in linea con il contesto internazionale», ha commentato il ministro dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa. «Come ministero stiamo già lavorando per fornire quanto prima indicazioni agli atenei per consentire una prima applicazione della legge» ha specificato il ministro. Si prevede, poi, che a distanza di quattro mesi dalla conclusione del terzo anno accademico successivo a quello di entrata in vigore del provvedimento, il Ministro dell’università e della ricerca presenti alle Camere una relazione sullo stato di attuazione della legge e una valutazione dell’impatto.

Il provvedimento approvato oggi conferma «il testo che avevamo già elaborato e approvato alla Camera alla fine dello scorso anno – spiega il deputato Alessandro Fusacchia, relatore della legge alla Camera- Da oggi ognuno sarà più libero di costruirsi un percorso più attento alle proprie aspettative ed esigenze». E anche più in linea con gli altri Paesi europei, che riconoscono agli studenti la facoltà di iscriversi contemporaneamente a più di un corso di studio. Finora il divieto di «doppia iscrizione» impediva agli atenei italiani di stringere accordi con altri atenei per il rilascio di titoli congiunti, mentre potevano accordarsi per lo stesso fine con atenei stranieri per definire corsi di studio integrati che culminano nel rilascio di un titolo «congiunto» (joint degree) o di un «doppio» titolo (double degree). «La legge – spiega Mario Pittoni, senatore della Lega, relatore della legge al Senato – si fa carico dell’esigenza di favorire una formazione specialistica di carattere trasversale, che sia in grado di coniugare l’approfondimento universitario con una sempre maggiore flessibilità delle competenze e dei saperi».

Le possibilità

La proposta di legge di iniziativa parlamentare per abrogare il divieto di iscrizione in contemporanea era nata lo scorso anno da più proposte di legge, di deputate e deputati di più gruppi, e andava a toccare l’articolo 42 del regio decreto 1592 del 1933, che vietava appunto a uno studente l’iscrizione contemporanea a più università o istituti di istruzione superiore, a più facoltà o scuole della stessa università o dello stesso istituto, e a più corsi di laurea o di diploma della stessa facoltà o scuola. «Una norma ormai anacronistica che obbligava a scegliere tra percorsi di studio differenti in maniera rigorosamente esclusiva», sottolinea la capogruppo M5S al Senato Mariolina Castellone, annunciando il voto a favore. Tecnicamente, sarà quindi possibile: l’iscrizione contemporanea a due corsi di laurea, di laurea magistrale o di master, anche presso più università, scuole o istituti superiori a ordinamento speciale; a un corso di laurea o di laurea magistrale e un corso di master, di dottorato di ricerca o di specializzazione, ad eccezione dei corsi di specializzazione medica; a un corso di dottorato di ricerca o di master e un corso di specializzazione medica. Le iscrizioni contemporanee sono consentite presso istituzioni sia italiane sia estere. Uniche due eccezioni: non sarà consentita la doppia iscrizione contemporanea allo stesso corso di laurea, di laurea magistrale o di master. E non ci si potrà iscrivere a due dottorati contemporaneamente. Sarà possibile la doppia iscrizione anche a corsi che prevedono il numero chiuso: ma in questo caso per definire i criteri si rimanda a un regolamento che dovrà essere approvato entro tre mesi.

Cosa succede con i percorsi Afam?

Anche gli studenti dei conservatori e delle accademie di belle arti non dovranno più scegliere tra la loro vocazione artistica e un altro percorso universitario. La legge n. 240 del 2010 (all’articolo 29, comma 21) aveva già autorizzato la contemporanea iscrizione a corsi di studio universitari e a corsi di studio presso alcune istituzioni dell’AFAM, vale a dire i conservatori di musica, gli istituti musicali pareggiati e l’Accademia nazionale di danza. Fino ad oggi, però, questa facoltà è rimasta limitata e soggetta a condizioni e vincoli che ne hanno ridotto significativamente la portata.L’articolo 2 del provvedimento approvato oggi toglie queste condizioni e vincoli e assicura alle istituzioni AFAM una perfetta corrispondenza e parallelismo con quanto previsto per le università.

Le priorità

Con l’entrata in vigore della legge ciascuna studentessa o studente potrà iscriversi liberamente — e quindi senza dover aspettare alcuna «autorizzazione»– a due università e quindi ad un percorso di «doppia laurea». L’articolo 4, comma 1, demanda infatti a un decreto ministeriale il compito di definire le modalità per facilitare agli studenti la doppia iscrizione universitaria, in particolare ai corsi che richiedono la frequenza obbligatoria. Adesso «vedo 3 priorità», aggiunge Fusacchia: «Dovremo far sì che l’attuazione della legge proceda spedita»: l’idea è di renderla possibile già dal prossimo anno accademico. Secondo, «servirà lavorare sull’esonero dal pagamento delle tasse universitarie per chi è sotto la soglia ISEE: nessuno studente meritevole dovrà rinunciare alla doppia iscrizione per ragioni economiche». Infine, l’orientamento. «Potersi iscrivere a due lauree vuole dire scegliere di più, e serve che le università siano più presenti nelle scuole, non solo per informare ma per far fare agli studenti esperienze che aiutino a capire come proseguire nei percorsi di studio».

FONTE: CORRIERE DELLA SERA