I posti a bando
I posti a bando sono stati in totale 30.216 per i due bandi, distribuiti tra posto comune e sostegno.
Gli allegati al bando hanno riportato la distribuzione analitica per classe di concorso, compreso il numero di posti spettante per
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- riserva di posti del 30% per docenti con tre anni di servizio negli ultimi dieci, anche non consecutivi, svolti nella scuola statale di cui uno specifico Allegato 1
- delle riserve di legge ex 68/99 Allegato A
- della riserva di posti per militari volontari congedati
- riserva dei posti per candidati che hanno concluso senza demerito il Servizio Civile Universale istituito e disciplinato dal Decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40. In questo caso il Ministero non ha predisposto una tabella, ma in base al DL 44/2023 la riserva è del 15% dei posti.
A parità di punteggio (ferme restando le riserve per le assunzioni ex legge 68/99) scatterà la preferenza di genere che, nel caso del concorso docenti, andrà perlopiù a favore dei candidati maschi.
Ognuno dei due bandi riporta la dicitura
“Il presente decreto bandisce, su base regionale, un concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli, su posto comune e di sostegno, del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado finalizzato alla copertura di n. 20.575 posti vacanti nell’anno scolastico 2023/2024, secondo quanto dettagliatamente riportato
nell’Allegato 1, che ne costituisce parte integrante. Con successivo decreto l’amministrazione si riserva di incrementare il numero di posti destinati al concorso qualora dovesse intervenire apposita autorizzazione integrativa”
14mila posti in più
L’autorizzazione integrativa è effettivamente arrivata nel corso della procedura di presentazione della domanda. Si tratta del documento della Pubblica Amministrazione guidato dal Ministro Zangrillo con cui “Il Ministero dell’istruzione e del merito è autorizzato, per l’anno scolastico 2023/2024, ad integrazione dell’autorizzazione rilasciata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 agosto 2023, all’avvio delle procedure concorsuali per ulteriori n. 14.438 posti di personale docente, di cui n. 7.965 su posto comune e n. 6.473 su posto di sostegno.”
Il documento è del 15 dicembre 2023, quindi è intervenuto a domande già avviate.
In base al quel documento il Ministero dell’Istruzione e del Merito dovrà distribuire i posti aggiuntivi per classe di concorso nelle regioni già interessate dal concorso.
Secondo quanto riferito dai sindacati infatti non ci saranno posti per procedure che nei BANDI hanno posti 0 (zero) e per le quali quindi non è stato possibile presentare domanda, mentre la distribuzione rimanente dovrebbe interessare le classi già bandite con un numero di posti superiore a 3.
Circostanze che dovranno naturalmente essere confermate, per cui consigliamo di controllare comunque la distribuzione, anche se essa dovesse intervenire a domande già scadute.
La scadenza
La scadenza per la presentazione della domanda è fissata a domani 9 gennaio ore 23:59. Non saranno accettate domande presentate in ritardo, con modalità diversa rispetto a quella indicata nel bando che prevede la compilazione dal portale InPA o dal sito di Istanze on line sezione Concorsi e procedure selettive.
Si ritiene dunque che difficilmente la distribuzione possa arrivare in questi ultime 48 ore, perché potrebbe generare la corsa alla modifica della domanda già inviata, anche per un solo posto in più aggiunto in altra regione.
E questa potrebbe essere anche la circostanza per cui il provvedimento non è arrivato neanche in corso d’opera, per non stravolgere gli assetti che si stabiliscono in fase di controllo delle disponibilità e dell’equilibrio con le proprie prospettive personali.
Il vincolo triennale di permanenza nella sede di assunzione
Certamente il peso del vincolo triennale di permanenza pesa e fa sentire i suoi effetti.
Ne è consapevole anche il Ministero che ad ottobre 2023 scriveva, in relazione ai posti vacanti autorizzati per le immissioni in ruolo 2023/24 ” è prevedibile che avremo anche in futuro una certa incidenza del fenomeno delle rinunce, a causa delle spese insostenibili per gli interessa fuori regione e fuori provincia di residenza. Ciò è aggravato dal fato che continuerà a operare anche il vincolo triennale nella prima sede per i neo immessi in ruolo”
In ogni caso, anche la speranza di pochi posti in più nella regione scelta, avrebbe fatto comodo nella fase di presentazione delle domande.
Fonte: Orizzonte Scuola